Il cortometraggio Autoritratto con arma di Giovanni Ortoleva vince la terza edizione del Premio Ermanno Olmi destinato a promuovere e valorizzare i cortometraggi di giovani registi.
Il secondo posto spetta a Stephanie di Leonardo van Dijl, e il terzo a Finis terrae di Tommaso Frangini.
La menzione speciale per l’opera più significativa che riflette sulla necessità di salvaguardare la Terra, tema oggi attualissimo e sempre caro ad Ermanno Olmi, va a Intertidal. Barene del Collettivo Confluenze.
Alle prime tre opere classificate, tra le quasi 100 pervenute, viene rispettivamente riconosciuto un premio in denaro di 1.200€, 500€ e 300€.
La scelta della giuria – composta da Emanuela Martini (critico cinematografico), Annamaria Materazzini (Bergamo Film Meeting Onlus), Cecilia Valmarana (responsabile RaiMovie), Giuseppe Previtali (docente di cinema presso l’Università degli Studi di Bergamo) e Sara Luraschi (regista) – è caduta su Autoritratto con arma «Per lo stile personale e l’ottima fotografia, un esordio alla regia che sviluppa, con straordinaria essenzialità, la completezza narrativa tipica del lungometraggio. Un racconto di formazione che esalta la bravura del suo attore protagonista, trascinando lo spettatore in un mondo in cui uomini di generazioni e modi di vivere differenti si confrontano e si scontrano».
Stephanie si aggiudica il secondo posto «Per il bel ritmo narrativo scandito da un ottimo montaggio cinematografico e per le splendide inquadrature che, in un’alternanza tra primi e primissimi piani e sfondi, incorniciano la storia di un corpo che sembrerebbe non appartenere a nessuno, nemmeno alla piccola protagonista», mentre il terzo premio lo porta a casa Finis terrae «Per l’atmosfera enigmatica che, insinuandosi nello sfondo naturale, dona alla narrazione un valore filosofico: mettendo in relazione il tempo e la perdita, il film rielabora con originalità alcuni spunti provenienti dalla storia del Cinema, di cui è autenticamente intriso, dando vita, al contempo, a un lavoro originale».
In modo unanime la stessa giuria attribuisce la menzione speciale a Intertidal. Barene «Un’ode all’indispensabilità del legame tra uomo e natura: i corpi danzanti si dissolvono nel paesaggio lagunare che li accoglie, diventando un tutt’uno con esso. Isole-uomo che preservano la ricchezza e la bellezza di un mondo fatto di diversità ed eterno movimento».